Stenosi lombare
La stenosi lombare è un'abnorme ristrettezza del canale vertebrale osteolegamentoso e/o dei forami intervertebrali (fig.1), ed è causa di una compressione del sacco tecale e/o delle radici spinali caudali (fig.2). Il restringimento può essere mono o plurisegmentario.
Le stenosi lombari si suddividono in stenosi del canale spinale o centrali, stenosi del canale laterale o laterali (recesso laterale), e stenosi del forame intervertebrale (fig.3). Le stenosi centrali comprendono forme primitive, secondarie o combinate. Le stenosi secondarie o acquisite presentano alterazioni degenerative del corpo vertebrale e/o delle articolazioni posteriori (fig.4), sono principalmente le apofisi articolari superiori a determinare, con la loro ipertrofia ed osteofitosi, la compressione locale. Nelle stenosi centrali invece, oltre alle alterazioni dei corpi vertebrali, sono ipertrofiche e deformate le apofisi articolari inferiori.
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Figura 01
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Figura 02
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Figura 03
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Figura 4
Il quadro clinico più caratteristico della stenosi lombare è la "claudicatio intermittens" lomboradicolare, caratterizzata da dolore, disturbi sensitivi (ipoestesie e parestesie) e/o astenia ad uno o ambedue gli arti inferiori. I sintomi si accentuano con la deambulazione, mentre si riducono o scompaiono a riposo (fig.5). La claudicatio intermittens o neurogena è frequente nelle stenosi centrali gravi, mentre nelle stenosi laterali il quadro clinico è spesso caratterizzato da dolore radicolare anche a riposo, senza disturbi sensitivi o astenia.
L'esame clinico è spesso negativo, nel senso che le manovre di stiramento radicolare sono negative e non vi sono deficit di forza agli arti inferiori. La diagnosi strumentale è più agevole con un esame TC (figg.6-7) che non con una RNM (figg.8-9).
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Figura 05
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Figura 06
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Figura 07
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Figura 08
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Figura 09
Il trattamento chirurgico di una stenosi centrale è tipicamente una laminectomia bilaterale (fig.10), per ottenere la decompressione del sacco durale e delle radici nervose al livello ristretto (fig.11). Nel caso non fosse possibile salvaguardare la metà esterna delle apofisi articolari, per evitare l'insorgenza di una instabilità post-operatoria, si preferiscono una laminotomia bilaterale oppure una stabilizzazione strumentata con barre e viti peduncolari in associazione alla laminectomia (figg.12-13), che in questo caso può essere più ampia (laminoartrectomia).
Nelle stenosi laterali o del forame si effettuano di norma una laminotomia o una foraminotomia monolaterale o bilaterale (fig.14), di norma adeguate per ottenere una sufficiente decompressione mieloradicolare senza compromettere la stabilità segmentale articolare.
Figura 11
Figura 12
Figura 13
Figura 14